I fattori sono molteplici: costo d’investimento per i pannelli solari, altri materiali, il monitoraggio, la manutenzione…ect, ect.
Ma ci sono due cose che vanno considerate in modo prioritario: AUTOCONSUMO e AUTARCHIA.
Sono due paroloni ed è davvero complesso spiegare il meccanismo tecnico. In soldoni, un impianto fotovoltaico che possa davvero “rendere” a pieno deve essere dimensionato in base ai consumi reali e non in base a leggende metropolitane;”Devo fare 6kW perchè ho la villetta”, “Siamo in 3, devo fare 3kW”. Assolutamente no, i pannelli solari non funzionano così.
Proviamo comunque a spiegare questi due parametri:
Il grado di autoconsumo indica quale percentuale della produzione di energia solare viene consumata da me simultaneamente, ad esempio utilizzando gli elettrodomestici a forte consumo (lavatrice asciugatrice, lavastoviglie, piastra induzione che raggiungono circa il 40% del consumo di una casa).
Il grado di autarchia è la misura dell’autonomia: Quale percentuale del mio consumo di energia possono coprire con l’energia solare prodotta autonomamente con i pannelli solari?
Esempio concreto: Se una famiglia con un consumo annuo di 4.000 kWh installa un impianto fotovoltaico con pannelli solari dimensionato sui consumi (come da nostro suggerimento) che può produrre fino a 4.200 kWh anno e consuma in simultanea (autoconsumo dal fotovoltaico) una media annua di 1.700 kWh, ciò equivale a un grado di autarchia del 42 % e a una percentuale di autoconsumo del 40 %.